• Image01
  • Image01
  • Image01
  • Image01
  • Image01
  • Image01

Cos'è Pet Society

Pet Society è un gioco interattivo della Playfish, compagnia inglese recentemente acquistata dalla EA Electronics Arts per oltre 300 milioni di dollari. 
Lanciato inizialmente solo su Facebook (ed in seguito, anche se in misura minore, su Myspace e Bebo) nell’agosto 2008 è velocemente diventato una delle più popolari applicazioni del social network, arrivando a contare oltre 4.500.000 utenti giornalieri nel 2009 e oltre 1.000.000 di fan registrati soltanto su Facebook.
I giocatori possono creare un “animaletto” (in inglese “pet”) diventandone in qualche modo “genitori” decidendone l’aspetto (scegliendo in una ricca varietà di forme e colori occhi, naso, bocca eccetera).
Le attività con cui i genitori possono interagire con il proprio pet-figlio sono molteplici. Si va da quelle di cura personali (dar da mangiare, pulire, accudire eccetera tanto per il proprio pet che per quelli altrui), a quelle più sociali come il gareggiare e far visita agli amici, guadagnando contestualmente soldi e punti-livello.
I soldi servono ad acquistare gli oggetti e i vestiti con i quali arricchire la vita e il piccolo mondo colorato in cui il proprio pet vive, mentre i punti servono a salire nella scala dei livelli ottenendo nuovi oggetti e case più grandi da arredare e allestire.

Altissimo il rischio di “assuefazione”, anche perché l’universo dei pet può essere letto ed analizzato con molteplici chiavi di lettura, così che ogni giocatore finisce per trovare una motivazione diversa al gioco. Il lato più evidente è senz’altro la grafica accattivante che solletica l’aspetto più ludico, e a seguire – in ordine sparso- ci sono l’affezionarsi a una creaturina che finisce per avere carattere e personalità ben definite, la curiosità per i nuovi temi ed oggetti che ogni lunedì vengono proposti nei negozi, il meccanismo della “collezione” (tanto di oggetti in serie, come ad esempio i “peluche” da regalare al pet, che delle figurine che si possono raccogliere in un apposito album – caratteristica collaterale al gioco principale), ma anche il transfert psicologico per cui i giocatori creano una sorta di alterego in una sorta di allegro “gioco di ruolo”, la microeconomia degli scambi soggetta a vere leggi di mercato di disponibilità-domanda-valore dei “rari” (oggetti non più disponibili per l’acquisto) attraverso il forum ufficiale o le miriadi di siti a tema e così via.

Per chi avesse voglia di provare a giocare nella pagina dedicata ai LINK c'è il collegamento per accedere all'applicazione (bisogna però essere collegati a Facebook). Vale la spesa di fare almeno un tentativo, anche perché a differenza dei Tamagochi a cui spesso i Pet sono stati associati, i piccolini della Playfish non muoiono o deperiscono mai, e quindi sono capaci di attendere pazientemente che il proprio genitore li vada a trovare secondo le proprie disponibilità di tempo e voglia.